Tuesday, May 31, 2011

Mr. Terzi

Non ho mai condiviso né apprezzato espressioni del tipo “cercare (la) fortuna”, “tentare la sorte” o “stirare le mutande”.
Le prime due perché ritengo siano i metodi migliori per non trovare niente se non grattacapi, la terza perché, diciamocelo, è un emerito spreco di tempo e energie volto a rendere presentabile il cassetto più intimo della stanza più intima di una abitazione.
È come dire “defecare educatamente”.

Credo, tuttavia, nel “titillare la sfortuna” e nel “portare sfiga” e sono fermamente convinto che ognuno è l’autore della propria rovina mentre c’è sempre da ringraziare Terzi, in caso di successo.
Mr. Terzi si interessa sempre dei nostri affari e dei nostri problemi, è un demiurgo che guarda “X-Factor” e “L’Isola dei Famosi” e ci crea le opportunità e ce le offre, a volte su un piatto d’argento, rendendoci sospettosi e facendoci nascere dubbi atroci sulla bontà del genere umano…
Con il conseguente senso di colpa che sta all’origine dell’Otto Per Mille e altre fiabe di retaggio mediorientale - anche se fingiamo di essercene dimenticati.
Lo fa perché vuole che entriamo anche noi a far parte del suo sacro esercito volto alla distruzione di quell’entità malvagia chiamata Fisco e, da educatore navigato qual’è, il maestro Terzi sa che per insegnare a nuotare, il miglior modo è buttarci in acqua senza salvagente, senza preavviso e con tutte le firme nei posti sbagliati.

Terzi ama mettere alla prova la nostra fede e la nostra pazienza.
Ci giudica quando non ci facciamo il segno della croce se entriamo in una chiesa, parla dei cazzi suoi con il commesso allo sportello delle poste.
Terzi vuole modellare un’umanità di individui integerrimi e onesti.
Tramite metodo contrastivo.
Terzi ama che un perfetto sconosciuto sia portato ai più alti livelli di notorietà ma sa anche che più in alto si sale, più duro sarà il suolo quando le ali non reggeranno più, per cui si premura di colpire preventivamente, con una scusa qualsiasi, per sventare la futura catastrofe.
Non sia mai che gli schizzi di sangue vadano a macchiare il vestito immacolato del direttor Terzi, che si veste per rispecchiare la sua coscienza.

In altre occasioni, ci offre una lezione di umiltà con all’interno una sorpresa: un buono di quindici anni per una nuova vita all’estero.
Un biglietto di sola andata per un paese straniero per insegnarci che la cultura non è tutto e il lavoro non è cosa che può essere distribuita senza un criterio: come “l’abito non fa il monaco”, così “la laurea non fa il nuovo contratto a tempo indeterminato”.
Sia per diventare monaco, che per diventare nuovo assunto a tempo indeterminato, c’è bisogno del sostegno di Terzi.
L’arroganza di chi crede di farcela senza l’appoggio di uno o più componenti di una famiglia – non necessariamente la propria – infuria il cavalier Terzi: è così che si creano pluralismi culturali, nocivi a una crescita uniforme del pensiero comune.
Sono anni che ne abbiamo la riprova sulla punta delle dita: Milena Gabanelli e Emilio Fede a un solo tasto di distanza.

Terzi è pure genetista e ostetrico, anche se rifugge certi argomenti troppo espliciti e volgari, come “contraccettivi” o “sesso sicuro”.
Il primo perché amorale, il secondo non ha ancora deciso come classificarlo e se ha a che fare con la legge Merlin.
Mr. Terzi fece in modo che i nostri genitori provassero il giusto livello di vergogna nell’articolare, in presenza di un farmacista, la parola “preservativo”, facendo sì che anche le coppie meno agiate e in una situazione passeggera difficile potessero godere della gioia di un figlio, a cui voler bene e per cui provvedere, portando serenità in una casa che altrimenti avrebbe visto solo un paio di tristi individui, trasgressori delle parole sacre di un libro ritradotto innumerevoli volte e mai mutato di una sola virgola perché emanazione divina – come tutto il creato, ma di più - , impegnati solo a accumulare ricchezze per giocare a fare loro stessi i demiurghi, pianificando con tracotanza il giorno esatto in cui diventare genitori, egoisticamente cercando di elevare la propria progenie al di sopra della media.
Senza mai chiedere il consenso del dottor Terzi.

Potete quindi vedere come l’influenza di Terzi possa decretare lo scorrere di una vita.
Io sono una di quelle vite riportate sulla strada dell’umiltà, sono un sedizioso a cui è stata posta una scelta: un paese nuovo dove essere docile ambasciatore di Terzi, o una vita nell’ovile, in qualità di buffone di corte e pietra di paragone per le nuove generazioni.
Genitori avrebbero puntato il dito verso la mia figura, rannicchiata in un angolo di strada e avrebbero detto ai loro figli:
“Non essere pigro, fatti amicizie e sfruttale. Quando non hai voglia e il sapore è metallico e hai la lingua felpata, continua a leccare, o finirai come quel cretino lì, senza un soldo, con un pezzo di carta incorniciato e stagista a vita perché si riteneva migliore e pensava che la sua lingua fosse per esprimere nuove idee e non per inumidire chi sta sopra di noi sulla piramide”

Ora Terzi mi odia, perché gli ho voltato completamente le spalle, ho deciso di non tornare più.
Non posso più rendergli conto come un tempo, perché non sa più se il mio sesso è spontaneo, missionario e santo, oppure blasfemo, irresponsabile e incendiario.
Non può più contare su di me nel caso ci sia bisogno di sottopagare qualcuno.
Sono fuori dal giro di chi può fare la differenza prestando il proprio nome e fondoschiena per una nobile causa qualsiasi.
Non sono più il suo uomo, se si tratta di invecchiare pacificamente e senza aspirazioni nello stesso angolo di piazza in cui mi sono laureato, votando sempre per lo stesso schieramento per non deluderlo e tifando la stessa squadra per lo stesso motivo.
Ho tradito e non merito più nessun tipo di attenzione.
Ora sono un senza-Terzi.